Nel bar del mio rione, si passa la sera giocando a scopone,
parlando di sport, si vive fra gente alla mano
che t'offre il bicchiere o il mezzo toscano
e ti chiama giuvnòt (giovanotto)!
C'è chi grida imprecando alla sorte,
c'è chi ride un po' troppo forte,
c'è chi prende una vecchia chitarra
e ti canta "Mio caro ideal".
Nel bar del mio rione ritrovi la vita, la faccia pulita
di questa città. Il tempo quaggiù si è fermato,
col dito puntato sull'ora più bella di qualche anno fa.
Senti ancora parlare di Orsi, di Carnera, di Binda
e Robic, vedi ancora la foto di Coppi,
dedicata agli amici di qui.
Nel bar del mio rione, juke-box e transistor,
la televisione non sanno cos'è.
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La musica qui la fa il fante, che batte bastoni,
accusa tarocchi e risponde col re.
C'è il pittore con pizzo e basette che ti parla
del grande Manet, c'è chi bara giocando a tresette,
poi ridendo ti paga un caffè.
Nel bar del mio rione, si entra ridendo
e si ha l'impressione di essere un re.
Si vive fra gente alla mano che t'offre il bicchiere
o il mezzo toscano, che fa la partita,
che prende la vita per quello che è.